La Rocca per filatura: l’inizio e la fine di tutto

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La Rocca per filatura: l’inizio e la fine di tutto

In questo blog da un po’ di tempo a questa parte, abbiamo deciso di “non perdere il filo” dando spazio e voce a tutto ciò che mi circonda e che caratterizza il mio mondo: dalle persone al territorio, dalle attività alle fiere, dalle lavorazioni ai macchinari ecc.

A questo punto mi sembra opportuno dare spazio anche a ciò che materialmente costituisce il fine ultimo di tutto il processo produttivo, legato alla mia filiera (di nome e di fatto), e cioè al vero e proprio prodotto finito.

Proprio così, poiché di fatto ciò che propongo, realizzo e offro ai miei clienti, è ovviamente il filato, ma di fatto quello che risponde alle commesse si chiama rocca.

La rocca (carica del filo arrotolato) è quindi proprio il prodotto finale, l’oggetto della mia attività fabbricante in consegna.

Un oggetto utile: al mio lavoro per stoccare al meglio il filato, e per il cliente al fine di ottimizzare l’uso del filo, pronto ad essere assorbito con più facilità dalle macchine tessitrici.

Per questo la rocca ha un’anima a forma troncoconica e del peso che varia dai 900 grammi ai 3 Kg circa.

E’ fatta in cartone o in plastica (lo sapevate?) e la sua caratteristica è la disposizione inclinata del filo che permette lo srotolamento senza movimenti, per questo, rispetto a metodi tradizionali come le matasse, i gomitoli ecc risulta molto più performante.

Inoltre la larghezza della base del cono non consente alla rocca di rovesciarsi o di rotolare e questo, unità alla qualità e alla resistenza del filo, evitano dispendiose oltre che poco felici interruzioni nella produzione tessile.

Ma i pregi del prodotto-rocca non finiscono qui ed è infatti molto apprezzato dai clienti anche per la facilità di caricamento:

la forma a cono della base permette un “montaggio” veloce, su macchinari come le cantre che portano batterie con centinaia di rocche, e ne garantisce il corretto posizionamento.
la praticità nell’alimentazione: il filo viene prelevato verticalmente dalla rocca senza pericolo di ingarbugliarsi per la forma conica e così permette l’alimentazione ininterrotta dei macchinari automatici.
l’agevolazione nello stoccaggio: le rocche sono molto compatte e facilmente impilabili grazie anche al loro peso facilmente gestibile.

Ovviamente le rocche che finisco possono “abbracciare” qualunque tipologia di filato, dalla lana al cachemire e così via, possono contenere filati di vario titolo, lunghezze e colori più svariati.

Nella rocca ciò che per me è l’inizio dell’arrotolamento del filato, per il cliente costituisce la fine dell’utilizzo dello stock e viceversa.

Per questo con la rocca non consegno solo un mero prodotto, ma il simbolo della mia stessa attività in stretto collegamento con i bisogni dei clienti.

Dove finiscono quest’ultimi, iniziano i miei e quando finisco permetto al cliente di ri-cominciare.

Come in un balletto, come un rondò, come un rapporto fra causa ed effetto, come una relazione forte e salda tenuta assieme da un filo speciale…lo stesso che da più di tre anni a questa parte continuiamo, anche grazie a questo filo-canale, a “non perdere”.

Alla prossima puntata! 😉

20 Mar 2018 - News

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