Come vengono scelti i nomi dei fili: la titolatura nel settore tessile
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Vi siete mai chiesti il motivo per cui nel nostro settore sia così importante parlare di titolo o titolazione dei filati?
La ragione è tanto semplice quanto importante e fa riferimento per l’appunto alla storia del filo ed alla ragione per cui viene prodotto e realizzato.
Semplificando si può affermare che all’aumentare della finezza delle fibre, quindi quanto più il filo risulta sottile maggiore sarà il relativo valore economico e commerciale.
Il motivo?
Semplice: la finezza delle fibre influisce sulle peculiarità del filo e di conseguenza su quello dei prodotti che andrà a comporre.
Ma perché la storia del filo, come quella di un romanzo o di un film, è così legata al proprio titolo?
Di fatto non si tratta di un un incipit ma il titolo, nel caso del filato, determina con assoluta precisione la sezione di una fibra e quindi la sua “sostanza”, così come il titolo di un film ne costituisce una sorta di sintesi o sostanziale presentazione di massima.
“Ma allora”, qualcuno potrà giustamente osservare, “non sarebbe stato più comodo ed immediato, in questi casi, misurare la finezza di un filato facendo riferimento al relativo diametro”?
Purtroppo ciò non è possibile sulla maggior parte delle fibre siano esse naturali o sintetiche.
Molto semplicemente perché presentano, per la loro peculiarità, una sezione irregolare ed anche il diametro di conseguenza non mantiene una dimensione costante, essendo influenzato da diversi fattori: tipologia di materiale, temperatura, umidità etc.
Ecco che si è pensato di individuare una convenzione, oggettivamente funzionale e riconosciuta da tutti gli addetti del settore, che indicasse con precisione la finezza (quindi il valore effettivo) del filato, e lo si è individuato nella titolazione o anche detta massa lineare.
Ma in che cosa consiste il titolo per un filato?
Di fatto si tratta di una materia molto lunga e complessa se si volesse trattarla approfonditamente e per ogni variante di origine e tipologia di prodotto.
In questo post tuttavia vorrei introdurre il tema affrontando assieme a voi le “due grandi famiglie” di sistema di titolazione:
Diretta ed Indiretta.
Partendo dal presupposto unico che ci dice che il titolo di un filo rappresenta la sua finezza, espressa quale relazione fra il peso (massa) e la lunghezza,
possiamo affermare che quando si parla di titolazione diretta significa che diamo un valore a quante unità di peso (P) occorrono per formare una unità di lunghezza (L)
Quindi la titolazione diretta (T) si ottiene molto semplicemente dividendo (P) per (L)
In questo caso esiste una relazione direttamente proporzionale fra il titolo e la grossezza del filo.
O più semplicemente possiamo asserire che all’aumentare del titolo, il filo aumenta di dimensione.
Ad esempio un filo di titolo tex 20 e più grosso di un filo tex 10.
Invece per la titolazione indiretta, quella che per la cronaca utilizzo anch’io quotidianamente, non perché migliore ma per “mia” scelta convenzionale, significa che diamo un valore a quante unità di lunghezza (L) occorrono per formare una unità di peso (P)
Quindi la titolazione indiretta (N) si ottiene molto semplicemente dividendo (L) per (P).
Qui c’è una relazione inversamente proporzionale fra il valore del titolo e la dimensione del filo.
Quindi all’aumentare del valore del titolo il filo diminuisce di dimensione.
Esempio un filo di titolo Nm 20 è più sottile di un filo Nm10
Convenzionalmente ed indipendentemente dal sistema di titolazione, almeno nel nostro paese e dintorni, il peso è sempre espresso in grammi e la lunghezza viene sempre espressa in metri.
Per completezza di informazione, vi diciamo inoltre, che in tutte e due le grandi convenzioni di misurazione della titolazione dei filati sono disponibili delle costanti di trasformazione delle unità di misura originali, in quelle corrispondenti del sistema metrico decimale e le potete trovare le seguente schema.
Ed ovviamente al fine di far dialogare coloro che usano sistemi di titolazioni diverse è possibile trasformare il valore della titolazione diretta in quella indiretta e viceversa e per farlo si usa la tabellina che potete vedere qui di seguito.
Per #nonperdereilfilo, anzi per cercare di comprenderne sempre meglio il valore, questa volta “siamo voluti partire dal titolo”.
Che sia l’inizio anzi il continuo di una lunga storia fatta di conoscenza e di approfondimento di un prodotto (il filato) che ha davvero tanto da raccontare!
Alla prossima puntata dunque.
E come dico sempre #nonperdiamoilfilo!
25 Lug 2016 - News
Tag: Filato, finezza del filato, massa lineare dei filati, titolazione dei filati, Titolazione diretta ed indiretta, Titolo del filato, valore del filo